mercoledì 16 marzo 2011

Il COACH COME DIRETTORE D'ORCHESTRA

IL COACH COME UN DIRETTORE D’ORCHESTRA
UN NUOVO APPROCCIO AL COACHING
di Flavia Iannicelli

In un’orchestra ogni suonatore ha una sua partitura, chi assiste a un concerto ascolta l’armonia e l’unione dei suoni e di più strumenti, tutti fondamentali per la realizzazione di quella sinfonia, ma tutto questo è reso possibile solo grazie alla capacità del Direttore di Orchestra che conosce le singole partiture e che ha saputo guidare e dirigere i singoli professori d’orchestra in un’unica, armonica e perfetta soluzione. Cos’è questa se non la funzione di un Allenatore sportivo ?
Paul Watzlawick, ricercatore e insegnante al Dipartimento della Scienza Comportamentale dell’Università di Stanford cita in un suo saggio sul linguaggio del cambiamento un libro di Heinz Burger: 
“Esistere significa giocare un ruolo” che per altro è anche un’ aforisma da cui partire

“GIOCARE UN RUOLO NELLA VITA E IN UNA SQUADRA”

Alla domanda se una squadra vada trattata solo come team, ovvero come globalità, la mia risposta è assolutamente no !!! Sono convinta che il singolo debba essere valorizzato e parallelamente inserito nel team, creando obiettivi comuni alla squadra ma anche personali e motivazionali per il singolo. Ma in che modo fare questo? L’allenatore e il preparatore atletico devono cominciare a parlare con il singolo giocatore , attraverso un linguaggio che sia il linguaggio della persona e non necessariamente il gergo tecnico, devono entrare in sintonia con il giocatore cercando di capirne le aspettative, le paure, le speranze ed eventuali pregiudizi. Questo lavoro deve essere fatto non solo con i “titolari”, ma anche e soprattutto con i “non titolari” che devono capire il motivo per cui non sono al momento inseriti nella rosa che andrà in campo. Ai non titolari, in particolare, occorre far capire quanto siano importanti nella squadra e quanto il loro appoggio possa fungere come forte leva motivazionale per tutti gli attori in campo. Nella comunicazione va tenuto conto infatti che il team è formato da singoli individui che hanno una loro storia personale e che sono cresciuti e si sono formati in contesti diversi. Tutto questo è propedeutico anche al fatto che nel momento in cui saranno chiamati in causa, quando dovranno/potranno dare il loro contributo entrando in campo, lo dovranno fare al massimo della motivazione; tutto ciò, di contro, farà sì che anche i titolari non si sentano privilegiati, perdendo quello spirito di SANA competizione che deve sempre pervadere tutta la squadra.

Il programma deve essere strutturato con periodici colloqui individuali, attraverso i quali prendere spunti dai vari giocatori, riproposti ed elaborati in riunioni di gruppo.
Il termine coach deriva dall’inglese “coche” che corrisponde al moderno “wagon” (carro), quindi allude all’idea di trasporto. Furono poi degli studenti universitari ad attribuire l’appellativo di Coach ai loro tutor migliori. Nel linguaggio sportivo la parola Coach indica infatti l’allenatore con il duplice ruolo di “tecnico” esperto dello sport in questione ma anche motivatore, capace di infondere ai suoi atleti l’energia, l’entusiasmo e la carica necessari ad affrontare la sfida della gara.
Il coach è dunque un veicolo di cambiamento, di crescita: trasporta una o più persone da uno stato di partenza alla meta desiderata, la vittoria o comunque ad una buona prestazione , grazie alla definizione degli obiettivi e di un piano d’azione. Il suo obiettivo principale è far emergere le nostre capacità, a differenza dei modelli formativi tradizionali; inizialmente non cerca dunque di infondere in noi competenza e informazioni, ma accende quelle che in noi sono presenti dandoci modo di attingere ad esse.
E infine alcuni sunti tecnico gestionali di base:

LE PIU’ UTILI TECNICHE DI “COACHING”

- La calibrazione che consiste nell’individuare lo stato d’animo dell’interlocutore.
prestando attenzione al suo linguaggio verbale ma soprattutto al non verbale e al paraverbale.
- Il ricalco che significa venire incontro all’interlocutore, entrando in relazione con lui e stabilendo affinità a livello conscio ed inconscio, verbale e non verbale (cercando di usare le stesse parole e gli stessi gesti). Il bravo comunicatore è colui che riesce a ricalcare la persona che ha di fronte dicendo: “Ti capisco perché io sono come te”.
Inoltre, durante la fase di feed back il coach fa uso della tecnica dell’ancoraggio, per incoraggiare e favorire la riproduzione di un determinato comportamento positivo o liberarlo da atteggiamenti e stati emotivi negativi. Ancorare significa legare uno stimolo (visivo, uditivo, cinestesico) ad una determinata azione o stato emotivo Si procede quindi con la fase “Chi domanda guida”
Un altro dei presupposti del coaching è il seguente: il giocatore sarà protagonista attivo di questo percorso, il coach non dispenserà giudizi e consigli, bensì solleciterà il giocatore con domande ben calibrate al fine di condurlo ad operare scelte consapevoli.
· Le domande più efficaci sono del tipo:
“che cosa … soggetto … verbo positivo al futuro”. Tali domande permettono al
giocatore di focalizzarsi sugli obiettivi. Le domande con “come” si focalizzano sul
modo in cui raggiungere gli obiettivi, le domande con “quando” sui tempi di
realizzazione.

· È preferibile evitare le domande con “perché”, in quanto esse si focalizzano sul passato,che è scarso interesse per il coaching. Tale percorso è infatti orientato a trovare soluzioni piuttosto che spiegazioni e cause.
LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SQUADRA

A questo punto si passa alla definizione degli obiettivi.
In un primo momento è possibile utilizzare la tecnica del brainstorming, elencando tutti gli obiettivi che vengono in mente.
In secondo momento si passa alla definizione della cosiddetta top ten, ovvero i dieci obiettivi che si intendono attuare entro 1 anno .

IL DECALOGO DEL BUON OBIETTIVO

Il coach ricorda al coachee le caratteristiche che rendono un obiettivo realizzabile:
· deve essere specifico
· definito e misurabile
· con una scadenza
· espresso in positivo
· fattibile
· motivante
· non in contrasto con i propri valori
· immaginabile
· condivisibile con gli altri
· suddivisibile in “sottobiettivi” intermedi

Flavia Iannicelli
Consulente e docente in :
Tecniche di Comunicazione
Team Building
Coaching
PNL
(Logistica, Supply Chain Management e Marketing)

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